Abitazione Privata Sassari, 2011

Descrizione Progetto
L’appartamento, risalente agli anni ’60, situato in una palazzina nel centro storico di Sassari, prima della ristrutturazione si presentava agli occhi della committenza come un involucro, a causa di un violento incendio che l’aveva devastato interamente, lasciando un volume vuoto, privo di tramezzature interne ma mostrando la struttura in cemento armato esistente. Questo involucro offriva una grande possibilità progettuale, avendo come unica caratteristica una pianta libera di circa 140 mq, con tre affacci principali con vista sul parco e cinque sul  cortile interno.

Un ingresso riservato conduce alla zona giorno rivolta al parco: due quinte organizzano lo spazio, separando visivamente e fisicamente il soggiorno, la sala da pranzo e lo studio – palestra, ma allo stesso tempo consentono la percezione di un unico ambiente, il quale, mediante le ampie vetrate, appare luminoso, dilatato e in comunicazione con l’esterno.

In contrapposizione alla zona giorno troviamo la parte più riservata della casa, rivolta al cortile interno, in cui sono presenti una cucina abitabile, una lavanderia, una camera per gli ospiti con bagno, e una camera padronale con bagno annesso.

I materiali utilizzati sono per lo più naturali: una pietra locale levigata sul posto, il marmo di orosei, definisce la zona giorno, ma la ritroviamo anche impiegata come rivestimento nei bagni,  per la zona notte invece è stato utilizzato un parquet in legno di essenza rovere sbiancato.

L’abitazione è caratterizzata da linee contemporanee e colori tenui che si riflettono sull’arredo disegnato su misura, al quale vengono accostati opere d’arte, lampade e mobili di design: il risultato è un ambiente accogliente e confortevole, anche grazie al particolare studio portato avanti sull’illuminazione interna.

Dettaglio Progetto

Progetto: Abitazione privata, Sassari 2011.
Tipologia: Abitazione
Anno: 2011-2012
Architetti: Officina29 architetti
Team Project: Stefano Ercolani, Antonio Chessa
Committente: Privato
Photo Credits: Pierfranco Cuccuru